LA NOSTRA STORIA IN 4 DECENNI
Anni ’70 IL GIOCO
In un imprecisato giorno del 1977 (ma forse era ancora il 1976), le prime onde elettromagnetiche prodotte dalla voce di Mario Rossi (un alias), nella soffitta di casa Rossini a Tavernerio, si propagavano nell’etere in cerca di un’antenna che le captasse. Nel comasco erano iniziate le trasmissioni di una nuova radio che, vista la collocazione sulla linea di confine tra Brianza e il resto del Mondo, chiamammo Radio Brianza Limite (anche limited a volte). In realtà si trattava di piccole sperimentazioni con apparecchi trasmittenti adattati all’F.M. Quando iniziarono trasmissioni con una certa regolarità non ce lo ricordiamo più, perciò abbiamo fissato il 19 aprile 1977 come data di nascita in quanto è così datato il primo documento ufficiale di una montagna di burocrazia che abbiamo accumulato in 40anni. Comunque si tratta dell’atto notarile con il quale venne costituita la società Radio Brianza Limite Snc tra un folto gruppo di amici (17) di età compresa tra i 21 e i 17 anni (infatti i genitori firmarono in vece dei minorenni).
Per i rimanenti anni del decennio fummo molto occupati ad andare avanti e indietro da Tavernerio a vari laboratori, lombardi e non, per portare/ritirare apparecchiature cronicamente rotte. Però avevamo un tavolo per le riunioni sempre a nostra disposizione, purché dopo le 23.30, alla pizzeria “grotta azzurra” da Benito.
Nel 1979, stanchi del “limite” cambiammo nome in un americanissimo Como Radio City, tra le radio di Como eravamo primi, in ordine alfabetico.
Anni ’80 LA SFIDA
Como Radio City con linfa fresca apportata da nuovi soci subentrati a chi preferiva il bar al chiuso del nostro piccolo studio di trasmissione, era pronta per affacciarsi alla grande città non da parvenu, ma da protagonista andando a prendere il posto nel cuore degli ascoltatori delusi dal repentino declino delle due radio antesignane in città: Radio Como e Radio Lario. Purtroppo quel posto venne presto occupato dagli ultimi arrivati che in pochissimo tempo avevano intercettato e fatto loro i gusti dei comaschi: cose facili e possibilmente gratis. Radio Studio Vivo conquistò ben presto la leadership a suon di giochini, radiosmancerie e tonnellate di dedicherichieste. Un totale disimpegno che pagò in termini di migliaia di ascoltatori.
Ma potevano i nostri con tutta la loro attitudine amerikana darsi per vinti? Neanche per sogno. The ball in in your court dicono da quelle parti, così smettemmo di pettinare the dolls e, grazie ad un nuovo direttore rubato a Radio Studio Vivo riuscimmo a battere la concorrenza. Fu per un solo anno, ma che soddisfazione. Come l’Inter quando vince la Champion.
Anni ’90 E MO’ CHE SI FA?
In questo decennio le radio private o libere o commerciali come ormai ci definivano, se la dovettero vedere con i network. Una lotta impari, e infatti la perdemmo. Nello specifico noi soci fondatori non ci divertivamo molto a quei tempi. Se da una parte il nostro giochino si era ormai trasformato in una azienda con tanto di dipendenti, affitti, commercialisti e tasse, dall’altra eravamo diventati degli ometti con anche altri lavori e famiglie a carico, perciò, a malincuore un paio di colonne storiche della radio decisero di mollare il colpo e ci ritrovammo in 4 dai 17 di partenza. Pochi, ma buoni si dice. Anche un po’ pirla visto che nel 1993 comprammo Radio Studio Vivo che, nel frattempo, navigava in cattive acque. Così ci trasferimmo a Como anche con gli studi (in precedenza avevamo solo gli uffici commerciali in via Rezzonico), sfidando la legge di Murphy secondo cui se due cose vanno così così, la somma sarà un disastro. Infatti fummo costretti a ridimensionare la rete di ripetitori e, con enorme dolore, a cedere Como Radio City ad un network che la fagocitò. Alla faccia del Latte &Miele.
Anni ’20 LA RIFONDAZIONE
Il primo decennio del nuovo secolo partì con la freschezza di una camicia appena tolta dalla confezione, nel 2001 ci trasferimmo da via Bernardino Luini alla nuovissima sede di Viale Varese e per un lustro Radio Studio Vivo continuò da signora ancora piacente ad avere i suoi estimatori. Il 2006 fu l’anno della catabasi. Metà della compagine societaria se ne andò seguendo un altro progetto imprenditoriale e i due fratelli Canali si ritrovarono davanti una discesa ripida e di cui non si vedeva la fine. In un colpo solo vennero dismessi altri ripetitori e venduta anche la frequenza storica di Radio Studio Vivo.
A quel punto ritenemmo che non aveva senso mantenere la stessa denominazione per un progetto editoriale glocal. 13 marzo 2006: ecco CiaoComo Radio