Amici di Como, in quell’ottica di mecenatismo che negli anni passati ha portato l’associazione ad essere impegnata in diversi progetti legati all’arte e alla cultura, ha deciso di organizzare e promuovere annualmente una mostra monografica dedicata ad un artista contemporaneo. Il primo protagonista sarà Ercole Pignatelli, pittore legato al nostro territorio, che dal 22 settembre al 21 ottobre p.v. allestirà una mostra personale nella ex chiesa di San Pietro in Atrio, a Como.
Pignatelli è uno dei pittori contemporanei più dotati e interessanti del panorama artistico italiano.
Milanese d’adozione, ha trovato nel lago di Como il luogo ideale in cui trascorrere parte del suo tempo, dove lasciarsi rapire da incantevoli ed intriganti paesaggi. E’ superfluo specificare come ambientazioni meravigliose possano influenzare la pittura di un artista da sempre legato ad interpretazioni naturalistiche. Passando da Milano alla casa del lago, il Maestro non dimentica mai quelle che sono le sue radici: la sua arte riporta infatti con una carica quasi sensoriale i profumi e i colori vividi del Salento. Un bagaglio, quello del Maestro, non solo fatto di legami con la sua terra e con quella d’adozione, ma costituito da esperienze di vita, da incontri con grandi poeti ed artisti che in qualche verso hanno contribuito alla formazione della sua personalità.
Nelle opere di Pignatelli sono racchiusi il carattere e la vocazione decorativa restituiti dalla creatività dell’interpretazione di figure o giardini, che assumono connotazioni di miraggi. Un’emozione avvolge chi osserva Pignatelli lavorare: l’intensità dei colori e di come questi prendono corpo con un unico gesto veloce, l’immediatezza di una forma che acquista tridimensionalità con pennellate virtuosistiche e le sperimentazioni cromatiche che si trasformano in linee voluttuose o rigidi volumi.
La ricerca formale del pittore giunge a rendere la pesantezza di un soggetto in un tripudio di allegria e di gioia comunicate dall’energia del colore. Così le sue nature morte prendono vita caricandosi di quell’ironia che ha sempre contraddistinto il Maestro. I nudi femminili sovradimensionati, composti da forme geometriche in apparenza rigide, acquistano dalle sue mani monumentalità, sensualità e organicità.Dal legame con la realtà del proprio vissuto e allo stesso tempo dal visionario, nascono i lussureggianti intrecci di “germinazioni” capaci di rapire l’osservatore e di trascinarlo in un mondo di cromatismi sperimentali. Si evince la grande abilità del Maestro nella realizzazione di murali e dunque nell’aver rotto gli argini della tela e invaso una dimensione più consona all’esplosione di colore, regalato dai tralci nodosi che sublimano le emozioni di una natura fantastica in grado di rapire l’osservatore.